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Le Boucher di Richemont
Nel 1805 veniva dato alle stampe, a Parigi (in lingua italiana e in versione ampliata rispetto alla francese), la Notizia storica sui viaggj dei papi nella Francia. L’autore si chiamava Jacques Leboucher de Richemont, e all’epoca era Presidente del Cantone di Gamache, nel Dipartimento della Somme.
L’interesse verso quest’opera risiede, per lo studioso, nella chiara esposizione di quella che era, da parte francese, la rappresentazione dei rapporti tra Francia e Santa Sede in quel dato momento. Pio VII («questo pontefice immortale, che così bene governa la chiesa», nelle parole dell’Autore), viene presentato come un sovrano abile e lungimirante. Napoleone, addirittura, gioisce per questo «nuovo capo della chiesa» il cui «zelo» e i cui «lumi» lasciano ben sperare per i futuri sviluppi dei rapporti tra Roma e Parigi, oltre che per il bene e la «salute» di tutte le «pecorelle smarrite». Il Concordato diviene, così, emblema di una presunta sintonia tra il papa e il primo console, cosa di cui, secondo l’Autore, devono rallegrarsi tutti i fedeli, e soprattutto i popoli «di quella distinta parte d’Europa, oggi sì vincolata col nostro Stato»: cioè gli italiani.
Quella di Richemont, come di altri autori a lui contemporanei, è una vulgata evidentemente strumentale, volta a rafforzare l’immagine del primo console, a crearne il mito, e anche a sacralizzare il potere.
