Genova, baluardo dei democratici italiani

Genova, baluardo dei democratici italiani

Nell’agosto del 1799, Napoleone abbandona l’Egitto per tornare in Francia e rimediare alla grave instabilità politica che minaccia la Repubblica. Di lì a poco, il giovane generale diventerà Primo console di Francia. Nella rievocazione di Angelo Petracchi, quest’impresa basta, da sola, a galvanizzare le truppe francesi, stanche e logorate da una guerra che sta ormai volgendo al peggio. Il primo provvedimento di Napoleone, relativamente all’Italia, di fronte alle clamorose disfatte di Moreau, Macdonald e Championnet, è quello di ripiegare su Genova. La Superba, dice Napoleone, va difesa ad ogni costo: diventa, in questo frangente, il baluardo dei democratici italiani, e non a caso in sua difesa accorreranno numerosi patrioti, come Ugo Foscolo e lo stesso Petracchi.
Al comando viene nominato il valoroso Massena. Sulle sue spalle grava l’onere di risollevare le sorti della guerra.


Massena alla battaglia di Zurigo,Genova, baluardo dei democratici italiani Massena alla battaglia di Zurigo, 25 settembre 1799


L’arrivo improvviso di Buonaparte dall’Egitto fu un accidente così inaspettato, che molti stentarono a crederlo. Quell’uomo maraviglioso era destinato a riparare i mali della Francia. Al suo solo ricomparirvi l’opinion pubblica si decise per lui. Tanto bastava per conoscere, ch’egli unicamente poteva rimediare i falli commessi. Vola a Parigi, si accinge all’impresa, e riesce. E cosa mai poteva non riescire al suo genio? Ecco mutate d’aspetto le cose. Tutto prende una nuova vita. Le armate disorganizzate cominciano a ringiovinire. I coscritti che s’ascondevano, i soldati che tornavano alle loro case, al solo nome di Buonaparte corrono alle loro bandiere; le finanze, se non danno al momento delle pronte risorse, trovano credito presso i possidenti che suppliscono agl’istantanei bisogni; in fine la Francia ridiviene un serpente, che lambisce al sole le rinnovate sue squamme. Intanto in Italia, dopo le disfatte di Scherer, e la bella ritirata di Moreau nella Liguria, i disastri avevano accompagnato sempre le armi Francesi. Macdonald vinto alla Trebbia; l’onesto, il prode, il Repub. Joubert ucciso a Novi e seco perduta quella giornata memorabile; Championnet sbaragliato a Fossano, e preso Cuneo in conseguenza, erano i risultati infelici della campagna; e le speranze dei Democratici Italian, confinate negli stretti limiti della Liguria, vedevano prossimo a rompersi quel filo, a cui unicamente si attenevano. A quest’epoca Buonaparte nomina per Generale in Capo dell’Armata d’Italia il vincitor di Zurigo, il valoroso Massena. Ecco riaccendersi le lusinghe de’ Patrioti, ed ecco tornar in ogni petto la probabilità di un avvenir più felice. In fatti che non si promette a Parigi a Massena? Egli lascia persuadersi, e viene in Italia. Buonaparte non poteva allora far di più; e sapevi che non vi era altra risorsa da tentare, che spedir un valente Generale, che vale talvolta quanto un’armata. Giunge Massena ai confini dell’Italia, e trova le Brigate Francesi nella massima insubordinazione; egli mischiando le lusinghe alle minacce, le lodi ai castighi le riconduce al campo dell’onore, le riorganizza; e passando insieme il Varo, viene finalmente a Genova ove i voti pubblici l’attendevano ed ove le communi acclamazioni fecero testimonianza degl’interni desiderj. 

 Istoria del blocco di Genova nell’anno 1800 dell’era francese VII
scritta dal Citt. Ang. Petracchi, Stamperia Porcile, Genova, 1800

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