Il Concordato

Il Concordato

Nel 1805 veniva dato alle stampe, a Parigi (in lingua italiana e in versione ampliata rispetto alla francese), la Notizia storica sui viaggj dei papi nella Francia. L’autore si chiamava Jacques Leboucher de Richemont, e all’epoca era Presidente del Cantone di Gamache, nel Dipartimento della Somme.
L’interesse verso quest’opera risiede, per lo studioso, nella chiara esposizione di quella che era, da parte francese, la rappresentazione dei rapporti tra Francia e Santa Sede in quel dato momento. Pio VII («questo pontefice immortale, che così bene governa la chiesa», nelle parole dell’Autore), viene presentato come un sovrano abile e lungimirante. Napoleone, addirittura, gioisce per questo «nuovo capo della chiesa» il cui «zelo» e i cui «lumi» lasciano ben sperare per i futuri sviluppi dei rapporti tra Roma e Parigi, oltre che per il bene e la «salute» di tutte le «pecorelle smarrite». Il Concordato diviene, così, emblema di una presunta sintonia tra il papa e il primo console, cosa di cui, secondo l’Autore, devono rallegrarsi tutti i fedeli, e soprattutto i popoli «di quella distinta parte d’Europa, oggi sì vincolata col nostro Stato»: cioè gli italiani.
Quella di Richemont, come di altri autori a lui contemporanei, è una vulgata evidentemente strumentale, volta a rafforzare l’immagine del primo console, a crearne il mito, e anche a sacralizzare il potere.
Per approfondire questi temi, si rimanda all’interessante articolo Napoleone imperatore e … santo di S. Malvezzi.


Pio VII firma il concordatoPapa Pio VII Firma il Concordato del 1801


Grazie a Pio VII, il cadastro delle provincie ecclesiastiche principiato nel 1775, e quello dell’Agro Romano intrapreso dal di lui predecessore, sono recati a termine, e hanno ricevuto tutta la perfezione di cui erano suscettibili. Grazie a Pio VII sono stati accordati premj a coloro che formassero stabilimenti d’agricoltura, ed utili piantagioni. La campagna di Roma già da lungo tempo incolta e sterile, sarà ben presto ricoperta di alberi, e di boschi. Finalmente il disseccamento delle paludi Pontine rendendo all’agricoltura vastissimi territori, contribuirà molto alla salubrità dell’aria, ed all’accrescimento della popolazione di questa parte dello stato Romano. Grazie a questo pontefice immortale, che così bene governa la chiesa, sono state stabilite in Roma e in Civitavecchia pell’impegno degl’indigenti, manufatture di lana, e filature di cottone. Egli ha ordinato scavazioni in Ostia, e nel Lago Trajano. Per di lui commando si disseppellisce l’arco famoso di Costantino …, si scavano le Terme di Diocleziano, ove si fanno frequentemente preziose scoperte, si ritrova in fine la strada Capitolina. Ma che non dobbiamo sperare sotto un tale pontefice? Noi siamo persuasi, che sotto il suo pontificato, si troverà la via della salute per le pecorelle smarrite, onde il mondo diventi unum ovile et unus pastor.
BONAPARTE, estremamente soddisfatto della elezione del nuovo papa nella persona di Pio VII, tutto sperando dallo zelo, e dai lumi del nuovo capo della chiesa, partì con tal consolante idea per la spedizione della Italia.
Appena però la vittoria lo coronò a Marengo, che si affrettò di rendere grazie all’Altissimo; e di più si prevalse dell’opera del cardinale di Martiniana, vescovo allora di Vercelli, affinché proponesse in suo nome alla S. Sede un progetto di concordato, del quale indicò egli stesso le basi principali.
Il pontefice sovrano non potè che accogliere con entusiasmo indicibile proposizioni di tal sorte, ond’è che investì subito di pieni poteri, e di tutta la sua confidenza monsignor Spina ch’era allora arcivescovo di Corinto, ed oggi è cardinale ed arcivescovo di Genova. Già questo prelato era venuto nella Francia in compagnia di Pio VI, ed avea diviso col medesimo le disgrazie della cattività, dalla quale veniva d’esser liberato dal primo console. Giunto a Parigi unitamente al P. Casetti … sul finire di ottobre del 1800, vi trovò l’abbate Bernier … destinato dal governo Francese per conferire con colui sugli articoli del concordato. Questi presentò nei 18 di brumajo di quell’anno l’arcivescovo di Corinto al primo console; e fin da quel punto furono di reciproco consenso intese ed ammesse le principali basi del concordato. Quindi tutto l’inverno si passò in negoziazioni e spiegazioni d’una parte e d’altra, tra i due plenipotenziarj.
Nel 20 di Febbrajo del 1801 fu inviato a S. Santità il progetto del concordato; e in questa stessa occasione fu permesso dal primo console all’abbate Bernier, che inviasse al papa il simulacro antico di N. S. di Loreto, ch’era stato tolto dai Francesi al passaggio loro in questa città.
Il progetto del concordato fu per lunga pezza sottoposto in Roma alla disamina, e discussione dei teologi: cosicché temendo il primo console che volesse colà stabilirsi una nuova negoziazione sovra basi ben diverse da quelle ch’esigeva lo stato della Francia, ordinò all’ambasciatore ch’era in Roma, di partire e ritirarsi in Firenze.
Era già dato quest’ordine, allorché giunse a Parigi la risposta del papa nella vigilia di Pentecoste. Dessa era secondo i desiderj del primo console. Ma siccome il cardinale Consalvi avea fatto sapere, che tra poco sarebbesi egli recato in Parigi per ordine di S. Santità, fu deciso di aspettarlo, acciò di terminare l’opera del concordato.
Egli non tardò a compiere la sua missione; le conferenze continuarono tra lui e l’abbate Bernier sino ai 12 luglio 1801: nel qual giorno sembrando che tutto fosse già tra le parti convenuto ed inteso, il primo console nominò tre plenipotenziarj in nome del governo Francese per sottoscrivere quel concordato, cioè S. A. I. il principe Giuseppe, il consigliere di stato Cretet, ed il sullodato abbate Bernier …
Il concordato fu sottoscritto nei 15 di agosto dello stesso anno; ma le rattificazioni fureno scambiate trai plenipotenziarj rispettivi nei 10 settembre.

Notizia storica sui viaggj dei papi nella Francia,
sulla consacrazione dei suoi Rè, e sulle loro relazioni con la corte di Roma;
di G. Leboucher di Richemont,
trasportata dalla francese nella lingua italiana;
Parigi, presso il libraio Debrai, 1805.

 

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