La propaganda nell’esercito: l’Armée d’Italie e l’Armée d’Orient

La propaganda nell’esercito: l’Armée d’Italie e l’Armée d’Orient

Il tema della propaganda, sebbene poco scandagliato dalla storiografia, è un campo estremamente vasto e ricco di informazioni. Al riguardo, è indubbio che la figura di Napoleone Bonaparte offra, soprattutto per quel che concerne l’età imperiale, un terreno davvero esemplare. Da questo punto di vista, alcune tematiche sono già state messe bene in evidenza in un articolo apparso su questo sito: Napoleone imperatore … e santo. Nel testo in questione si legge una considerazione interessante: «le riforme attuate da Napoleone miravano alla riedificazione della Francia sulle basi di una nuova struttura amministrativa, che fosse più solida, più forte e maggiormente accentratrice». Insomma, una tendenza che giocoforza implicava la creazione del mito del capo, sino all’investitura a Notre-Dame: «l’accentramento amministrativo, pur di costruire il mito di Napoleone non mancò di ricorrere alle forme della tradizione e della liturgia cattolica».


napoleone-in-egittoNapoleone in Egitto


Ma si può ravvedere quella dinamica, nell’azione di Napoleone, ben prima dell’apogeo imperiale. Egli infatti iniziò a edificare la propria leggenda sin dall’esordio della carriera militare. Al riguardo, è risaputo che l’armata d’Italia divenne a tutti gli effetti l’“armata di Bonaparte”: fedelissima al proprio comandante, considerato un condottiero invincibile, e al contempo riottosa nei confronti di Parigi.

Se dunque si può parlare di una sorta di “epica napoleonica”, è senz’altro emblematico il ruolo ricoperto dal proliferare della stampa militare. Non si trattò di una novità introdotta dal Grande Corso, dal momento che già la Convenzione ne aveva fatto largo utilizzo durante le guerre rivoluzionarie. È però innegabile che Bonaparte ne fece un uso innovativo e senza precedenti, comprendendo appieno la portata di quello strumento come mezzo di potente propaganda tra i soldati.

Il 20 luglio 1797, cioè dopo le battaglie di Rivoli e di Arcole, contravvenendo alle indicazioni del Consiglio degli Anziani il generale diede vita al Courrier de l’armée d’Italie o il Patriote francais à Milan, diretto da Marc-Antoine Jullien, giornalista giacobino meglio noto col soprannome di Jullien de Paris.

Sotto l’energica guida di questo rivoluzionario, il foglio creato da Bonaparte assolse il suo compito: inculcare nei soldati, spossati dalle continue guerre, i sentimenti patriottici e repubblicani. Un’opera di educazione e propaganda che diveniva più che mai necessaria di fronte al rafforzamento, a Parigi, degli elementi realisti, vera e propria “spada di Damocle” sui destini della République. Un’atmosfera greve e ricca d’ignognite, che viene perfettamente descritta in alcune pagine di Jacques de Norvis [Le cospirazioni realiste e giacobine a Parigi].

Da questo punto di vista, non è un’esagerazione affermare che il Courrier de l’armée d’Italie creò le basi per l’azione di Bonaparte in patria sino al coup d’Etat del 18 Fruttidoro anno V.

Inoltre, durante l’avanzata verso l’Egitto, il passaggio dell’armata francese fu accompagnato dalla nascita di diversi fogli locali, che nell’intenzione di Bonaparte dovevano rivolgersi tanto ai soldati quanto alla popolazione. Ricordiamo, per esempio, il Journal de Malte, a Malta, a capo del quale fu nominato Regnault de Saint-Jean-d’Angély, già fondatore del Journal de Versailles, collaboratore del Journal de Paris e infine  redattore di La France vue de l’armée d’Italie. Con lo sbarco in Egitto prendeva vita, ad agosto, il Courrier de l’Egypte che forniva cronache e informazioni sugli sviluppi politici in Europa; al suo fianco nacque anche la Décade egyptienne, rivista di alto tenore scientifico, letta prevalentemente dagli ufficiali, che affrontava tematiche di economia.

Si trattava di fogli scritti in francese, che dunque non erano affatto letti dalla popolazione indigena; a supplire alla mancanza di un giornale che si rivolgesse agli egiziani, sorgerà successivamente anche El Tabych (che, tradotto, significa L’informazione) del quale possiamo dire che fu il primo giornale in lingua araba di cui si abbia conoscenza.

E. Berlenghi

 

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