Le tappe della Francia rivoluzionaria e pre-napoleonica, 1789-1794

Le tappe della Francia rivoluzionaria
e pre-napoleonica, 1789-1794

Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi, ha forgiato, con la guerra e con le sue leggi, l’Europa moderna, creando un’Europa a immagine e somiglianza della Francia post-rivoluzionaria. Per comprenderne il ruolo, e per cogliere appieno la portata della sua azione, riteniamo che possa essere utile ripercorre, con un’esposizione volutamente cronologica, le tappe che hanno scandito la storia della Francia rivoluzionaria e pre-napoleonica.

1789
Il 5 maggio del 1789 vi fu, a Versailles, l’apertura degli Stati generali, organo di rappresentanza dei tre maggiori ceti sociali francesi; l’intenzione di quell’assise era provare a rimediare alla complessa crisi politica, sociale, economica in cui versava la Francia.
Quella fu l’ultima volta che gli Stati Generali si riunirono: infatti il Terzo Stato, cioè la borghesia, in quell’occasione prese l’iniziativa, auto-proclamandosi unico vero rappresentante del Paese; inoltre assunse il nome di Assemblea Nazionale, ponendo così definitivamente fine all’esperienza degli Stati generali e della rappresentanza d’origine feudale.
Il 9 luglio viene ufficialmente istituita l’Assemblea Nazionale Costituente, che si pose l’obiettivo prioritario di dare una Costituzione alla Francia (un intento già proclamato col giuramento della Pallacorda, il 20 giugno).
Da questo momento in poi, gli eventi della storia francese si succedono rapidamente: il 14 luglio vi fu la famosa presa della Bastiglia, un avvenimento, sul piano pratico, di scarsa rilevanza, che tuttavia ebbe un enorme valore simbolico, diventando, in un certo senso, l’emblema stesso dell’assalto rivoluzionario.
Nella notte del 4 agosto fu discusso, in seno all’Assemblea, un grave problema, cui occorreva trovare rimedio: cioè quello delle agitazioni contadine, di stampo antifeudale, che stavano sconvolgendo le campagne; allora, l’Assemblea si vide costretta ad abolire i privilegi feudali, privilegi di cui peraltro beneficiavano anche numerosi borghesi. Per questo motivo si trattò, evidentemente, di una discussione molto animata, a tratti addirittura violenta; ma alla fine lo scopo fu raggiunto. Il 26 agosto, a coronamento di un complesso e impegnativo iter che mirava a promuovere l’uguaglianza effettiva tra tutti i cittadini, venne proclamata la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo”.
Il 2 novembre avvenne un altro passo importante: i beni di proprietà del clero furono espropriati e messi a disposizione della nazione; di lì a poco, il 12 luglio, si assisterà alla Costituzione civile del clero.


Le tappe della Francia rivoluzionaria e pre-napoleonica, 1789-1794La presa della Bastiglia, 14 luglio 1789


1790
Tra il 15 e il 22 maggio del 1790 si discusse, invece, del diritto di pace e di guerra; una discussione attesa con ansia, e che quindi fu, anche questa volta, molto accesa. Specialmente, a infiammare la discussione fu lo scontro verbale tra il conte Mirabeau, accusato di essere al soldo della Corte, e il famoso oratore Antoine Barnave, il cui intervento venne molto applaudito. Risultato: il 22 maggio l’Assemblea costituente dichiarò il ripudio della guerra.

1791
Tra il 7 e il 15 maggio si svolse un altro importantissimo dibattito, assai spinoso: quello sulle colonie e sui diritti per gli uomini di colore; un tema impegnativo, su cui peraltro pesavano molti interessi consolidati. Ciononostante la discriminazione razziale venne abolita in nome dei Diritti dell’uomo e del cittadino, e così venne abolita anche la schiavitù (che sarà però ripristinata da Napoleone Bonaparte, il 10 maggio 1802).
Tra il 14 e il 22 maggio entrarono in vigore le leggi “Le Chapelier” (così chiamate dal politico e avvocato che le ideò, Isaac René Guy Le Chapelier) che prescrivevano le coalizioni, introducendo il “delitto di coalizione” (abrogato solo nel 1864). L’idea alla base di queste leggi repressive, che prefigurano la stagione del Terrore, era quella di un “bene comune” al di sopra di ogni altro interesse, e che questo “bene” andasse preservato a tutti i costi e con ogni mezzo, non ultimo l’uso della forza e della coercizione.
Il 17 luglio avvenne un episodio assai sanguinoso, destinato a pesare sui futuri sviluppi del processo rivoluzionario: si tratta della strage del Campo di Marte, dove una dimostrazione repubblicana, capeggiata dai Cordiglieri, venne stroncata a fucilate dalla Guardia Nazionale di Lafayette, suscitando lo sdegno e l’ira dei club e delle sezioni rivoluzionarie.
Il 5 agosto venne stilata la “Dichiarazione di pace al Mondo” della Costituente, cui il 27 agosto risponderà la “Dichiarazione di Pillnitz”: con quest’atto le potenze, di fatto, mettevano in guardia i rivoluzionari francesi. Si trattò di un’intesa concordata tra Austria e Prussia nel castello di Pillnitz (da cui il nome), nelle vicinanze di Dresda; una dichiarazione che dall’Assemblea venne interpretata come una vera e propria dichiarazione di guerra alla neonata Rivoluzione. Ciò contribuì molto a esasperare l’atmosfera a Parigi, dove aumentò notevolmente, non a caso, l’influenza dei deputati più radicali, come Jacques Pierre Brissot.

1792
L’11 luglio l’Assemblea dichiarava la patria in pericolo; in risposta venne reso noto il cosiddetto “Manifesto di Brunswick”, proclama emesso dal duca di Brunswick il 25 luglio, nel quale si minacciavano feroci rappresaglie su Parigi, nel caso di offese al re e alla regina da parte dei rivoluzionari.
La situazione precipita. Il 9 agosto, di fronte alla minaccia di un’invasione austro-prussiana e del tradimento interno, venne proclamata la Comune Insurrezionale; il 10 agosto, con la presa delle Tuilieries, il re venne dichiarato decaduto, e l’Assemblea legislativa riconobbe ufficialmente il nuovo governo. Venne anche istituito, su pressione della Comune, un tribunale straordinario per la repressione violenta della controrivoluzione.
Tra i maggiori provvedimenti presi in questo periodo, vanno segnalati i seguenti: l’11 agosto venne introdotto il suffragio universale; il 21 settembre venne abolita la monarchia; il 25 settembre la Repubblica venne proclamata «una e indivisibile»; il 15 dicembre la Convenzione decretò l’abolizione del feudalesimo.
Intanto la guerra proseguiva con importanti vittorie francesi e con l’occupazione del Belgio (6 novembre) e l’annessione della Savoia (27 novembre).
Il 3 dicembre Robespierre chiese la condanna a morte di Luigi XVI, il cui processo iniziò l’11 dicembre.

1793
Il 20 gennaio 1793 ne viene pronunciata la condanna a morte, eseguita il giorno successivo. Un episodio che ebbe rilevanti riflessi, a partire dalla rottura delle relazioni diplomatiche tra Inghilterra e Francia, annunciata il 24 gennaio, cui seguiranno, il 1° febbraio, la dichiarazione francese di guerra a Londra e all’Olanda e la nascita della Prima coalizione, cioè l’alleanza della maggior parte delle monarchie d’Ancien Régime contro la Rivoluzione.
Intanto la guerra proseguiva: il 31 gennaio c’era stata l’annessione di Nizza alla Francia; il 15 febbraio l’annessione del Principato di Monaco; e il 1° marzo la Convenzione decretò l’annessione del Belgio francese e fiammingo e dei territori alla sinistra del Reno.
Il 7 marzo viene dichiarata guerra anche al re di Spagna; ma i nemici per la Francia erano non solo esterni, ma anche interni; anzi, i più pericolosi per la sopravvivenza della Rivoluzione si rivelarono proprio questi ultimi
L’11 marzo prese piede la feroce rivolta nella Vandea, e il 4 aprile venne sventato il tentativo di colpo di Stato del generale Dumouriez, combattente nella Guerra dei Sette Anni; il generale venne costretto dai suoi stessi soldati, che egli aveva provato a convincere a marciare su Parigi, a fuggire in Austria. Ma i problemi non erano finiti per la Rivoluzione: il 27 aprile venne ceduta agli inglesi Tolone, colpita da disordini e agitazioni il 12 luglio (sarà poi ripresa dai francesi, il 19 dicembre, per merito di un giovane Napoleone Bonaparte); il 13 luglio Charlotte Corday assassinò Jean-Paul Marat, figura emblematica della Rivoluzione radicale e della lotta a oltranza contro il privilegio.
Il 10 ottobre il governo venne dichiarato «rivoluzionario fino alla pace» e il 12 ottobre iniziò il processo a Maria Antonietta, condannata a morte ed uccisa il 16 ottobre.


Le tappe della Francia rivoluzionaria e pre-napoleonica, 1789-1794Battaglia di Fleurus, 26 giugno 1794


1794
Con l’11 giugno del 1794 ha inizio il Grande Terrore, la cui “filosofia” ispiratrice era ben esemplificata dalle parole pronunciate dal montagnardo Bertrand Barére : «Bisogna che i nemici periscano … solo i morti non tornano indietro». Vennero al riguardo introdotte misure repressive molto dure contro gli avversari politici del Comitato di salute pubblica, non solo contro i realisti controrivoluzionari ma anche contro le frange più radicali del repubblicanesimo rivoluzionario. L’intenzione del Comitato di salute pubblica era rafforzare la fazione giacobina schiacciandone ogni nemico, favorendo i sanculotti, e anche radicalizzando lo scontro col nemico esterno. Non a caso, in questo periodo, si assiste alla pronuncia di moltissime condanne a morte.
Sul fronte militare arriva un po’ di “respiro” al governo francese: il 26 giugno le baionette francesi, guidate dal generale Jourdan, trionfavano a Fleurus scompaginando le truppe d’Austria, dell’Hannover e d’Inghilterra guidate dal principe di Coburgo. Una battaglia, quest’ultima, che produsse un grande entusiasmo rivoluzionario, assieme alla speranza che l’esercito francese, nonostante le carenze logistiche di cui soffriva, potesse, da solo, tenere testa a un nemico soverchiante; l’8 luglio le truppe francesi occuparono Bruxelles, il 19 luglio un’insurrezione filo-francese infiammò Ginevra; il 4 novembre ci sarà la capitolazione di Maastricht e l’8 novembre l’occupazione di Nimega.
Intanto le lotte interne allo schieramento rivoluzionario volgevano al termine: tra il 27 e il 30 luglio assistiamo all’arresto di Robespierre e dei più fedeli robespierristi, e alla loro esecuzione. È l’inizio del Terrore cosiddetto “bianco”, feroce quanto il primo.
La Convenzione termidoriana, rappresentata dal plenipotenziario Barthelemy, giunse alla pace con la Prussia di Federico Guglielmo II il 5 aprile, a Basilea. Di fatto, Berlino rinunciava all’alleanza con Francesco II d’Asburgo; inoltre riconosceva alla Francia l’annessione della riva sinistra del Reno. Una pace, quest’ultima, che permise alla Rivoluzione di disimpegnarsi e concentrare appieno le forze e le energie contro l’Austria.
Il 21 luglio l’importante battaglia di Quiberon, nell’ambito delle guerre vandeane, si concluse con la vittoria dei rivoluzionari, e col massacro di migliaia di emigrati controrivoluzionari e di “chouans”.

Intanto il giovane corso Bonaparte muoveva i primi passi della sua futura sfolgorante carriera.
Il 26 ottobre 1795 divenne generale capo delle forze armate interne; il 2 marzo 1796 venne nominato generale capo dell’esercito d’Italia, un incarico complesso e ingrato, che Napoleone però assolse dimostrando le sue grandi capacità militari.
Sbaragliando il nemico in Italia, Napoleone si apprestava a scalzare una classe dirigente francese inerte, stanca e poco intraprendente, a prendere le redini della Francia e a sconvolgere l’intera Europa.

M. Lagomarsino

 

Bibliografia
Aa.Vv., Sanculotti e contadini nella Rivoluzione francese, Res Gestae, Milano, 2014.
Furet F., La Rivoluzione Francese, Tomo 1, Laterza, Bari, 2011.
Furet F., La Rivoluzione Francese, Tomo 2, Laterza, Bari, 2011.
Gaxotte P., La Rivoluzione francese, Mondadori, Milano, 1996.
Soboul A., Storia della Rivoluzione francese, BUR, Milano, 2001.

Link esterni
Robespierre M., Discorso contro la guerra
Robespierre M., Discorso per la condanna a morte di Luigi Capeto

 

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