Un patriota tedesco: Federico Stabs

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Un patriota tedesco: Federico Stabs

Ottobre 1809, l’Impero asburgico ormai è sconfitto dopo la Battaglia di Wagram. Alcuni mesi sono passati dall’armistizio dell’arciduca Carlo ma le trattative di pace vanno a rilento, Napoleone è padrone di Vienna e attende la risoluzione delle trattative. Il generale Rapp ci descrive in questo passo la vicenda di Federico Stabs, un giovane studente tedesco, figlio di un ministro protestante, che si era recato a Vienna con l’intento di assassinare Napoleone Bonaparte. Il tentativo di omicidio, alquanto improvvisato e maldestro, verrà prontamente sventato dagli aiutanti di campo dell’imperatore. Il giovane verrà condotto al patibolo, non prima però di avere la possibilità di confrontarsi con colui che riteneva il tiranno della Germania. Rapp trascrive questo colloquio, per il quale aveva fatto da interprete, e ci descrive uno scenario interessante: Stabs, un giovane di buona famiglia senza, troppa esperienza della vita, che si autoelegge a paladino e salvatore del popolo tedesco. Napoleone risulta stupito da tanta determinazione e fanatismo, tantoché è disposto ad essere clemente e concedere la grazia in cambio di un pentimento, che purtroppo non si verificherà. Alle ore sette del 27 ottobre Stabs verrà giustiziato, le sue ultime parole furono: “Viva la libertà! viva la Germania! morte al suo tiranno!”. Forse i tempi per il nazionalismo e l’unità della Germania non erano ancora maturi, ma il risveglio degli spiriti nazionali sarà uno tra le varie cause che porteranno alla caduta dell’Impero francese.


Un patriota tedesco: Federico StabsIl colloquio tra l’Imperatore Napoleone e il giovane Stabs


Frattanto la pace andava per le lunghe, i trattati non s’avanzavano, e la Germania continuamente soffriva. Un giovine, traviato da un cieco amor di patria, concepì il disegno di liberarla di colui ch’ei considerava come la causa de’ suoi mali. Presentossi a Schönbrunn il 23 ottobre, intanto che le truppe sfilavano: io era di servizio. Napoleone era collocato tra il principe di Neutfchâtel e me. Questo giovine, chiamato St… [Federico Stabs, NdR], s’avanzò verso l’Imperatore; Berthier, supponendo che volesse presentare una supplica, si pose dinanzi, dicendogli che la dovesse consegnare a me. Egli rispose che voleva parlare a Napoleone; gli si replicò che s’egli aveva qualche cosa da comunicare, bisognava che si rivolgesse all’ajutante di campo di servizio; ma il giovine rispose di nuovo che non voleva parlare con altri che con Napoleone, e ritirossi indietro di alcuni passi. Egli s’avanzò di nuovo, e ci venne vicinissimo: io lo allontanai, e gli dissi in tedesco che dovesse ritirarsi, ché se aveva qualche cosa da chiedere, lo si avrebbe ascoltato dopo la rassegna. Teneva la mano di ritta nascosta nella saccoccia di fianco, sotto la sua redingotte; stringeva una carta, della quale si vedeva l’estremità. Egli mi guardò con occhi che mi fecero stupire, e il suo fare risoluto avendomi destati de’ sospetti, chiamai un ufficiale di gendarmeria, che trovavasi colà, lo feci arrestare e tra durre al castello: tutta la gente era intenta alla parata, per cui nessuno se ne avvide. Si venne tosto ad avvisarmi che erasi trovato indosso all’arrestato un enorme coltello di cucina; ne avvertii Duroc, e tuttaddue ci recammo al luogo dove era stato condotto. Sta va seduto sopra un letto, ove aveva cavato fuori un ritratto di una giovine, il suo portafogli ed una borsa che conteneva alcuni luigi d’oro antichi. Gli chiesi il suo nome. – Io non posso dirlo che a Napoleone. «Qual uso volevate voi fare di questo coltello?» «Non posso dirlo che a Napoleone». «Volevate adoperarlo per attentare alla sua vita?» «Sì, signore». «Perché?» «Io non posso dirlo che a lui solo».
Corsi ad avvertire l’Imperatore di questo strano accidente, ed egli mi disse di fare condurre il giovine nel suo gabinetto: trasmisi i suoi ordini, e rimontai a cavallo. Stava Napoleone con Bernadette, Berthier, Savary o Duroc, quando due gendarmi gli condussero innanzi il giovine con e mani legate dietro il dorso: mostravasi tranquillo, nè la presenza dell’Imperatore parve minimamente turbarlo, tuttavolta lo salutò con fare rispettoso. L’Imperatore gli chiese se parlava il francese, ed egli gli rispose con franchezza «Assai poco». Napoleone mi disse di fargli a suo nome le seguenti domande: «Di qual paese siete?» «Di Naumburg». «Chi è vostro padre?» «Ministro protestante». «Quanti anni avete?» «Diciotto». «Che volevate Voi fare di questo coltello?» «Uccidervi». «Siete pazzo. giovinetto, voi siete uno della setta degli Illuministi [setta politica che si prefiggeva l’indipendenza tedesca, NdR]» «Io non sono pazzo, né so che significhi essere un Illuminista». «Allora voi siete ammalato?» «Non sono ammalato: io sto bene». «Perché volevate uccidermi?» «Perché voi formate la sciagura della mia patria». «Vi ho io fatto alcun male?» «Come a tutti i Tedeschi». «Da chi siete mandato? Chi vi spinge a questo misfatto?» «Nessuno: è l’intimo mio convincimento, che voi uccidendo, io renderò Il più gran servigio al mio paese ed all’Europa, che mi armò le mani». «È questa la prima volta che mi vedete?» «Vi vidi a Erfurt, nel momento dell’abboccamento». «Non vi venne allora il pensiero d’uccidermi?» «No, io credeva che voi non fareste più guerra alla Germania: io era uno de’ vostri più grandi ammiratori». «Da quanto tempo siete voi a Vienna?» «Da dieci giorni». «Perché avete aspettato si lungo tempo per compire il vostro disegno». «Sono venuto a Schönbrunn otto giorni sono, coll’intenzione di uccidervi; ma la rassegna era finita, ed aveva protratto l’esecuzione del mio progetto ad oggi». «Siete pazzo, vi ripeto, o siete malato». «Né l’uno né l’altro». … «Voi avete una testa esaltata, e cagionerete la perdita della vostra fa miglia: vi concederò la vita, se chiedete perdono del delitto che tentaste di commettere, e pel quale dovete essere afflitto e travagliato». «Non voglio perdono, ché io sento il più vivo dispiacere di non esservi riuscito». «Diavolo! Sembra che per voi un delitto sia cosa da nulla?» «Uccidervi non è delitto, è dovere».  «Di chi è questo ritratto che vi fu trovato addosso?» «E quello d’una giovine che io amo». «Ella sarà bene afflitta della vostra disgrazia?» «Ella sarà afflitta perché io non ci sia punto riuscito, ché ella vi odia al pari di me». «Ma finalmente se vi avessi a perdonare, me ne sareste riconoscente?» «Non deporrei per questo il pensiero di uccidervi». Napoleone rimase attonito, e dopo aver ordinato di ricondurre il prigioniero, s’intrattenne alcun poco con noi discorrendo degli Illuministi. … Napoleone mi ordinò di scrivere al generale Lauer affine di interrogare il giovine per caverne qualche confessione. Ma egli non disse nulla, sostenendo che era di suo proprio moto e senza alcun incitamento straniero che egli aveva formato il suo disegno. La partenza da Schönhrunn era fissata al 27 di ottobre, Napoleone si alzò alle cinque del mattino, e mi mandò a chiamare. Noi ci recammo a piedi sulla grande strada a veder passare la Guardia Imperiale che partiva per la Francia. Eravamo soli, e Napoleone mi parlò di nuovo del prigioniero. «Non avvi esempio che un giovine di quell’età, tedesco, protestante e ben educato, abbia voluto commettere un simile delitto. Cercate di sa pere come è morto».
Una pioggia dirotta avendoci fatti ritornare indietro, scrissi al generale Lauer chiedendogli i particolari di tal soggetto. Egli mi rispose che St… era stato giustiziato alle sette ore del mattino del giorno 27, senza aver preso alcun cibo dal giovedì 24; che gli fu offerto da mangiare, ma che aveva rifiutato ogni cosa, atteso che, diceva egli, gli restavano ancora forze sufficienti per recarsi al supplizio. Gli fu detto che erasi stipulata la pace, una tale notizia lo scosse tutto, e il suo ultimo grido fu: “Viva la libertà! viva la Germania! morte al suo tiranno!” Consegnai questo ragguaglio a Napoleone, il quale mi ordinò di custodire il coltello, che ho ancora presso di me.

Memorie del generale Rapp, ajutante di campo di Napoleone,
scritte da lui medesimo, volgarizzate da F. Sala,
Tipografia e libreria Pirotta e C., Milano 1840

 

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