Un tedesco alla corte del Sultano: Guglielmo Maurizio Ludolf

Un tedesco alla corte del Sultano:
Guglielmo Maurizio Ludolf

Le corrispondenze tra i diplomatici napoletani a Costantinopoli e la madrepatria conferiscono ai destinatari un’idea spesso ben precisa delle caratteristiche della popolazione turca … Molta importanza è data anche alla descrizione dei rapporti tra i consoli delle diverse legazioni che raramente sembrano essere tesi, salvo casi in cui i rispettivi governi entrano in guerra o quando si verificano incidenti diplomatici che generano attrito tra questi, come accaduto con “l’affare Dendrinò” che coinvolge Inghilterra e Francia.


Ambasciatori a udienza del sultano Osman IIIAmbasciatori europei a udienza dal Sultano Osman III


La conoscenza di questi particolari dà ai governi informazioni più che preziose e, proprio in virtù di ciò, appare fondamentale ricercare i mezzi di trasporto migliori per ricevere informazioni il prima possibile, tenendo sempre in considerazione il fatto che grandi sono le distanze da coprire. Proprio a causa di ciò è obbligatorio ricorrere al trasporto navale, ma per le distanze più piccole la via maggiormente utilizzata è quella terrestre, che può essere spesso compromessa o addirittura interrotta a causa di guerre o di altri avvenimenti che ne compromettono l’efficienza. Se le vie terrestri sono da considerarsi non sicure anche in tempi di pace a causa della presenza di malviventi, in tempi di guerra divengono assolutamente impraticabili. Gli itinerari postali seguono le vie di Ragusa, Malta e Vienna, ritenuta la più sicura, quindi quasi sempre utilizzata nella corrispondenza tra i ministri murattiani e gli ambasciatori napoletani Biagio Francesco Salzani e, successivamente, il figlio Domenico. Oltre a queste, il governo napoletano può usufruire anche di altri due itinerari postali per comunicare con Costantinopoli: il primo attraversando il tratto marittimo che unisce Brindisi a Durazzo e il secondo che collega invece Barletta e Ragusa.

La corrispondenza non può essere interrotta per lunghi periodi poiché per i governi della madrepatria è necessaria un’informazione costante che, nel caso del Regno di Napoli ottocentesco, è settimanale, e tale costanza dev’essere garantita anche durante le cicliche epidemie di peste che dilagano nell’Impero: le lettere dei diplomatici, pur di arrivare a destinazione – evitando però la diffusione da contatto del morbo – vengono «spurgate» a Barletta immergendole in aceto e «profumandole poi col fumo di lana, o di paglia bruciata, o di segatura di tavole» (M. Pezzi, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia).

Il ruolo della legazione napoletana in terra ottomana è sicuramente preminente, grazie soprattutto al contributo di Guglielmo Maurizio Ludolf prima e, successivamente, del figlio Guglielmo Costantino, incaricati d’affari a Costantinopoli rispettivamente negli anni 1747-1789 e 1789-1820. Per aumentare il prestigio della Legazione napoletana lo stesso Guglielmo Maurizio Ludolf vuole realizzare il progetto di un nuovo piano postale, unitamente alla corte Imperiale di Vienna, dividendo così in egual misura profitti e perdite, risparmiando notevolmente sulle spese e utilizzando congiunti uffici ragusani e di Costantinopoli. Essendo in atto un conflitto tra gli austriaci e la Sublime Porta, questo progetto è da trattarsi con la massima segretezza o altrimenti la fiducia osmanlica di cui godono i napoletani può compromettersi. Il Ludolf è fermamente convinto che se il nuovo servizio napoletano fornisce celerità anche in tempi drammatici, tutti i diplomatici se ne serviranno, annientando quelli di Venezia e di Spagna e acuendo il prestigio dei napoletani. La proposta non convince però il governo napoletano e il progetto non viene quindi attuato, per cui le potenze europee continuano a preferire le già collaudate poste di Vienna, Madrid e Venezia. Nonostante il fallimento di questo progetto, l’immagine del Ludolf non viene minimamente compromessa in quanto a precedere la sua fama è l’apprezzato lavoro diplomatico svolto, che non passa inosservato nemmeno agli stessi governi sultaniali.

Nei primi anni dell’Ottocento molti ambasciatori storici accreditati a Costantinopoli iniziano ad essere sostituiti, per cui per i governi europei si presenta un serio problema nel rimpiazzarli, soprattutto perché i diplomatici stessi ritengono che essere accreditati a Costantinopoli sia una “punizione dal cielo” a causa della difficoltà nella gestione delle relazioni con un governo così differente dalla propria cultura e anche per la ben nota intransigenza della politica ottomana. A succedere a Guglielmo Maurizio alla carica consolare è il figlio, Guglielmo Costantino, della cui nomina particolarmente entusiasta è proprio il governo napoletano, sollevato per avere alla guida della sua legazione un ambasciatore avvantaggiato rispetto agli altri: Guglielmo Costantino è infatti residente a Costantinopoli sin dalla nascita, per cui offre informazioni alla madrepatria con una consapevolezza e sicurezza ben differenti rispetto agli ambasciatori delle altre legazioni.

Marcella Boschi

Bibliografia
Bulgarelli Lukacs, Le comunicazioni nel Mezzogiorno dall’arrivo di Carlo di Borbone al 1815. Strade e Poste, in “Archivio Storico per le Province napoletane”, 1977.
Caizzi, Dalla posta del re alla posta di tutti. Territorio e comunicazioni in Italia dal XV secolo all’Unità, Milano 1993.
Gallavresi, Un ambassadeur italien sous l’ançien régime, Parigi 1905.
Mafrici, Diplomazia e commerci tra il regno di Napoli e La Sublime Porta: Guglielmo Maurizio Ludolf (1747-1789) in Rapporti diplomatici e scambi commerciali nel Mediterraneo Moderno, a cura di M. Mafrici, Soveria Mannelli 2004.
Mancini, Storia postale del Regno delle due Sicilie, Molfetta 1986.
Motta, I Turchi, il Mediterraneo e l’Europa , Milano 1998.
Pezzi, Aspettando la pace: l’impero ottomano nei documenti diplomatici napoletani: 1806-1812, Rossano 1992.
Pezzi, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, Bari 2004.

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