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Capefigue
Quello di Jean-Baptiste-Honoré-Raymond Capefigue (Marsiglia, 1801 – Parigi, 1872) è un nome di notevole peso nell’ambito del panorama storiografico francese ed europeo. Per riprendere le parole con cui Carlo Capasso ne compilava la voce dell’Enciclopedia Italiana (1930), egli fu “scrittore fecondo, polemista audace”; esordì da giovane come giornalista, fu redattore del Quotidien, ed “ebbe il suo periodo d’oro sotto la monarchia di luglio, che lo premiò con dignità e cariche”. Amico di Guizot, ebbe modo di consultare assai doviziosamente gli archivi parigini, occasione da cui derivarono studi e lavori davvero ciclopici.
Si occupò anche di Napoleone, con due testi: L’Europe pendant le Consulat et l’Europe de Napoléon, nel 1839, e Les cent jours nel 1845.
Il primo dei due testi in questione rappresenta uno sforzo notevole per la mole di materiale raccolto; e se già il Capasso sosteneva che fu “gran nemica” dell’autore “la fretta del comporre, che nuoce in modo grave al valore scientifico della sua produzione”, resta pur sempre il fatto che l’opera di Capefigue costituisce un monumentale contributo, importante anche per lo storico odierno.