Girolamo Serra. L’ultimo proclama

Riceviamo dall’architetto Vittorio Laura (pubblicazioni EdiTOIO) un gradito dono; si tratta di piccoli ed eleganti libricini, di otto pagine appena, realizzati con cura dall’editore Gianmarco Tormena.
Questi “ottavini” – giunti ormai alla cinquantesima pubblicazione – ci parlano di Genova e di storie genovesi, di Liguria e di storie liguri; una parte di queste pubblicazioni è dedicata il capitolo napoleonico della storia genovese e ligure.

Ottavini Napoleonici SerraPer chi fosse interessato indichiamo, di seguito, i titoli dei testi ad argomento napoleonico: Assedio di Genova 16 maggio 1800 (EdiTOIO n. VIII, 2011); Rivolta giacobina 22 maggio 1797 (EdiTOIO n. XIII, 2012); Rivolta “Viva Maria” 4-5 settembre 1797 (EdiTOIO n. XIV, 2012); Festa Patriottica 14 luglio 1797 (EdiTOIO n. XX, 2012); Girolamo Serra. L’ultimo proclama (EdiTOIO n. XXXVII, 2014).
Ringraziando Vittorio Laura e i suoi collaboratori, pubblichiamo l’ultimo degli “ottavini” citati in elenco, a firma di Stefano Verdino.

Girolamo Serra. L’ultimo proclama

GIROLAMO SERRA

Il proclama (26 aprile 1814) del “liberal” Lord Bentinck – liberatore della Genova napoleonica – venne ad alimentare speranze e illusioni dell’antica aristocrazia con la creazione di un governo provvisorio presieduto da Girolamo Serra (1761-1837), che si mise al lavoro in modo rapido, riprendendo gli antichi ordinamenti, provvedendo per la ripresa del Banco di San Giorgio e inviando subito a Parigi Agostino Pareto (1773-1829) per perorare con gli alleati la causa dell’indipendenza.

Lord Bentinck sarà sempre vicino al governo provvisorio, consigliandone le mosse: «nessuno è miglior genovese di lui», scrive Serra a Pareto.

Pareto si spese in colloqui e vane anticamere tra Parigi e Londra, fino a giugno, ma i suoi molteplici sforzi non mutarono in nulla la linea della «vendereccia Inghilterra» (Celesia) del tory Lord Castlereagh e degli alleati firmatari, il 30 maggio, la clausola segreta del Trattato di Parigi, che riguardava l’annessione di Genova al regno di Sardegna.

Il Congresso di Vienna, cui fu inutilmente inviato Antonio Brignole Sale (1786-1863), sanzionò il tutto a dicembre e Serra, sconfitto, sarebbe andato in volontario esilio (in Toscana), ma prima dell’arrivo del Luogotenente sabaudo ai primi di gennaio produsse due nobili documenti: una Protestation per l’arbitraria estinzione della Repubblica ed un Proclama d’avviso della fine del Governo provvisorio e dell’avvenuta annessione.

La prima fu imposta ad un riluttante Brignole Sale (perché veniva a bloccare possibili franchigie) che la trasmise ai ministri delle Puissances Alliées, nonostante il Castlereagh lo scongiurasse dal farlo:

«Tout ce que pouvoit faire pour les droits de ses peuples un gouvernement dénué de tout autre moyen que ceux de la raison et de la justice, nostre conscience nous rend témoignage, et les premières cours de l’Europe en sont bien informées, que nous l’avons fait sans réserve et sans hésitation. Il ne nous rest donc plus qu’à remplir un triste et honorable devoir, celui de protester que les droits des Génois à l’indépendence peuvent être méconnus, mai ne sauroient être anéantis».

 [Traduzione: «Tutto quello che per i diritti del suo popolo poteva fare un governo privato di tutti i mezzi – se non quelli della ragione e della giustizia –, la nostra coscienza testimonia (e le principali corti europee ne sono ben informate) che l’abbiamo fatto, senza riserve e senza esitazione. E ora rimane da compiere un solo dovere, triste e onorevole: dichiarare che il diritto dei Genovesi all’indipendenza puuò essere misconosciuto, ma non potrà essere annullato»].

Il tono è aspro e anche garbatamente indignato, ma tale «protestazione» nel giorno ufficiale del Decreto d’annessione (10 dicembre) «neanco fu letta, anzi dietro proposta di Talleyrand venne inviata agli archivi del Congresso» (Bianchi), ma la mossa volpina dello zoppicante Principe di Benevento non sortì l’effetto di silenziamento. La Protestation e il successivo Proclama del 26 dicembre (che ne riprende i tratti) fecero – per così dire – il giro del mondo (piccolo) d’allora, citati entrambi in moltissime sedi ed impugnati dalla stampa liberale d’Europa come uno sfregio operato dal Congresso. Su tutti Lord Byron che bollò la vicenda come tradimento («the betrayal of Genoa», si legge nella dedica del IV canto del Childe Harold).

Il Proclama è l’ultimo atto ufficiale della Repubblica di Genova e chiude una storia di oltre 800 anni, con l’ultima impressione di uno stemma sovrano. L’assenza di data dall’esemplare d’archivio prospetta una tempestiva ed indeterminata stampa, a sigla di “una cronaca di morte annunciata” come furono appunto quegli ultimi otto mesi del governo provvisorio di Girolamo Serra.

 Stefano Verdino

FONTE:
Archivio Storico del Comune di Genova – Fondo Decurionale, 401/3/86, Proclama Governativo di Girolamo Serra, [26] Dicembre 1814.

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