Grandi manovre

Grandi manovre

In questo passaggio Angelo Petracchi ci descrive, con un ritmo incalzante, le grandi manovre che porteranno all’assedio di Genova del 1800.
La situazione si presenta in tutta la sua drammaticità. A Genova mancano provviste e generi alimentari, e si profila il fantasma di una nuova carestia; per di più non si ha notizia alcuna dei rinforzi francesi, su cui Massena confida per tenere la città. Inoltre la flotta inglese inizia a concentrare le proprie forze di fronte al porto, mentre gli austro-piemontesi puntano su Genova da due diverse direttrici: da Levante, dove si ricongiungono agli insorgenti della val Fontanabuona, e la Valpolcevera. Il generale Massena deve dunque prepararsi a resistere ad un assalto micidiale.


Polcevera, Grandi ManovreIl borgo di Sampierdarena sulle rive del fiume Polcevera, primi ‘800


Erasi ai primi di Germinale, ed i soccorsi promessi a Massena non venivano ancora, né ciò formava la sua maggior inquietudine; erano le provviste, ch’egli chiedeva ansiosamente, e che cominciando a mancare in Genova, facevano di nuovo temere la carestia. Spedì egli a Marsiglia in quell’epoca il Gen. di Brigata Franceschi sotto-Capo del suo Stato Maggiore ad affrettarne la trasmissione, e lo munì di tutte le possibili istruzioni per accelerarle. Una compagnia di Negozianti Liguri, e Francesi riunita a Marsiglia aveva assunta l’impresa di fornire le sussistenze: ma non avendo né credito, né denaro le sue cambiali furono protestate, e le provviste fatte, impiegate altrove. Un tal Commissario Flachet fu accusato di criminosa indolenza in tal fatto; e l’energico Massena lo fa tosto chiudere in una stretta prigione, ove deve subire un giudizio militare. Ma tutto ciò non rimediava alla cosa, e sventuratamente tutti i rimedj che si tentarono furono inutili, poiché indi a non molto scoppiò il colpo fatale, che rinserrando il Porto di Genova con uno strettissimo blocco impedì l’entrata anche ai più piccoli bastimenti. Così quantunque mercé le cure di Massena, e del governo immense provviste fossero già pronte a Marsiglia, e a Tolone, la Città di Genova comincio a temer di nuovo la scarsezza del grano fin dieci giorni prima della formazione del blocco.
In mezzo a questa ansietà si tirò innanzi fino al di 15. Germinale, occupandosi dei mezzi di trovar grano, e non lasciando Massena d’insistere presso il Governo Ligure, onde si desse ogni moto a tal fine. Verso la sera di 15 si seppe che i Francesi, ed i Tedeschi erano alle prese nella Riviera di Levante: ma ciò fu creduto uno de’ soliti fatti di posti avanzati per cui or l’uno or l’altro era respinto, e terminava poi la cosa col tornar da ambe le parti ai loro posti. Questa volta però la cosa era ben differente. Il dì 16 si vide chiaramente, che l’attacco del nemico era generale su tutta la linea; giacché conoscendone l’estensione, e sapendo le poche forze che la guardavano, lusingatasi di superarla ben facilmente. Le navi Inglesi acconstaronsi di più al Porto, e cominciarono fin da quel giorno a stringerne il blocco. Bisognava dunque pensare a difendersi seriamente, e Massena non ebbe di bisogno di stimoli a farlo. […] Il Gen. Otho, che comandava la sinistra dell’armata Tedesca forte di otto a nove mila uomini, prese a batter quella linea, che da Novi scendeva per i Monti Liguri fino a Chiavari. Il suo centro colle principali sue forze doveva riunirsi a Bobbio, donde rimontando la Scrivia, dovea da una parte gettarsi sopra Torriglia e Bussalla, e dall’altra sostener l’urto, che la sua ala sinistra avrebbe fatto sopra Ruta, e Recco. Quest’ala aveva ordine di unirsi ai briganti di Fontanabuona, e quindi portarsi verso Genova. Dall’altra parte la sua ala dritta composta di alcuni Battaglioni Austriaci, di un Reggimento Piemontese, e di alcuni malcontenti Liguri, doveva partendo di Novi, salir la gran strada, e lasciando bloccato Gavi, superar la Bocchetta, e scender nella valle della Polcevera, ove sarebbesi riunita al centro, che avrebbe sboccato da Bussalla.

Istoria del blocco di Genova nell’anno 1800 dell’era francese VII
scritta dal Citt. Ang. Petracchi, Stamperia Porcile, Genova, 1800

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